Laboratorio Storico di Fisica e Scienze

Il Liceo possiede un allestimento, in parte ancora operativo e funzionante, del laboratorio storico di Scienze e di Fisica.

La sezione di Fisica del laboratorio storico raccoglie gli strumenti del Liceo Classico “Cesare Balbo” di Chieri, a partire da una data imprecisata, comunque anteriore al 1876 (data dell’inventario più antico pervenutoci), fino all’assorbimento da parte del Liceo “Augusto Monti” di Chieri, e trasferimento nella nuova sede di Via Montessori, avvenuto nel 2007.

Parte del materiale è corredato da schede illustrative, accessibili, provvisoriamente, dalla precedente versione del sito web della scuola (clicca qui)


Il laboratorio

La denominazione di “laboratorio storico” riassume in due sole parole la funzione di queste raccolte di strumenti più o meno antichi. “Laboratorio” perché furono utilizzati, e alcuni di essi possono tuttora esser messi in funzione, anche se sono per così dire “in vetrina”, ma contengono tuttora il principio fisico che dovevano illustrare e testimoniano la legge fisica che governa la loro funzionalità, e che attraverso essi si manifesta tuttora, sia pure in modo potenziale, con la loro stessa esistenza, anzi proprio grazie ad essa. E infatti uno strumento non muore mai del tutto, in quanto persiste il significato rivelatore del suo principio fisico.

Perciò è bene accostarsi alla strumentazione dei decenni passati non come a mere testimonianze di tecniche che furono, quasi fossero esempi di come si operava in un tempo ormai trascorso; semmai, questi dispositivi testimoniano come  la stessa Fisica si è sviluppata, ci raccontano come avvenne la scoperta, come si aprirono nuovi orizzonti; sarebbe possibile – in particolare, nel caso dei tubi elettronici del XIX secolo – stabilire percorsi storici che ci portano fino addentro la Fisica del XX secolo, partendo dal XVIII secolo, quando fenomeni che oggi appaiono banali al punto di essere frettolosamente descritti con poche parole apparivano invece meravigliosi in quanto misteriosi, tanto da essere illustrati a un pubblico curioso e stupito. Perché, sul piano della ricostruzione dello sviluppo scientifico, un laboratorio storico è un sentiero che conduce dall’osservazione meravigliata ma superficiale alla spiegazione profonda, e infine alle basi su cui si svilupparono l’Elettromagnetismo classico, la Termodinamica, e infine la Fisica atomica.              

Non è possibile risalire alla data degli strumenti più antichi; l’inventario più antico risale al 1876 ma non riporta le date d’acquisto degli strumenti ivi elencati. Si può benissimo supporre che alcuni di quegli strumenti risalgano ai primi decenni del XIX secolo, ma non vi sono dati in proposito. Una buona parte, che costituisce il nucleo propriamente “storico” del laboratorio, è giunta a noi in buone condizioni: apparecchi di elettrostatica (tra cui una macchina di Ramsden), ottica (specchi, lenti, prismi) , meccanica e termologia. Peraltro non è nota la data di carico della maggior parte degli strumenti, almeno in base agl’inventari che ci sono pervenuti o, più esattamente, che ci sono noti: quello del 1961, poi prolungato fino al 1969, del 1970, integrato nei decenni seguenti, e infine del 2000. L’inventario del ’61 – di tutti, il più preciso – però riporta l’intero materiale allora in dotazione al Liceo Classico C. Balbo, e quello del ’70 è di fatto una copia di quello del ’61 e delle integrazioni successive. Nel volume che contiene la prosecuzione del catalogo del ’61 sono effettivamente riportate le date delle prese in carico, ma solo in questo caso abbiamo date documentate. Durante il periodo dal 1876 al 1961 deve essere stato redatto almeno un inventario che – almeno finora – non è emerso dagli archivi della scuola.

Perciò, sul piano cronologico possiamo distinguere quattro epoche: quella “antica” anteriore al 1876, quella meno antica, ma con ragione ancora definibile come “storica” fin verso la XX guerra mondiale, quella intermedia fino al ’70, e infine quella più recente, che si prolunga fino agli ultimi anni del XX secolo. Gli strumenti che ci interessano riguardano anzitutto i primi due periodi, ma sono state redatte schede descrittive anche di alcuni dispositivi risalenti agli anni ’50 e ’60, quale p.es. uno spaccato in metallo di un motore a scoppio. La suddivisione cronologica risponde anche ad una significativa evoluzione dell’estetica dello strumento, o, meglio, dell’attenzione che veniva posta alla bellezza, allo “stile” dello strumento. Fino ai primi decenni del XX secolo, l’apparenza aveva la sua importanza: ciò è tanto più evidente per molti apparecchi del XIX secolo, con le parti metalliche in ottone, i sostegni in legno dal profilo sagomato in forme talvolta elaborate, le parti in legno ben verniciate, mentre a partire dagli anni ’50 dello scorso secolo compaiono strumenti in metallo grigi e pesanti, dall’aspetto massiccio, forme squadrate, nessuna concessione all’estetica, con parti in plastica, che decisamente “sfigurano” rispetto ai precedenti.

Ringraziamenti

I proff. LILIANA FERRERO e EZIO FORNERO, responsabili del progetto “Laboratorio Storico” del Liceo statale “Augusto Monti” di Chieri, ringraziano sentitamente tutti coloro che a vario titolo hanno sostenuto e collaborato alla sua realizzazione. In particolare, la prof.ssa ANGIOLA COCCO, che insieme alla prof.ssa Ferrero ha dato inizio al progetto, con il riordino e la classificazione degli strumenti, il trasporto dei medesimi e degli armadi nei nuovi locali, e la redazione di un primo nutrito insieme di schede illustrative del materiale; il sig. GIUSEPPE DEZIO, tecnico del Liceo Balbo, per l’aiuto fornito nella cura dei materiali; i tecnici ROBERTO AZZARONE e MARIO CURCIO del Liceo unificato, che dopo il trasloco hanno collaborato alla stesura dell’inventario e alle foto; DEBORA BERTOTTO, già studentessa nella sez. A Classico per gli stessi meriti, e, in generale, gli studenti della sezione classica che negli anni hanno aiutato ad esaminare i cataloghi e al riconoscimento degli strumenti.

Infine si ringraziano gli (ex) studenti della sez. A Classico GABRIELE VANGELISTA e ANDREA MAURIZIO CITIULO per le foto fatte nel 2011, gli studenti GIORGIA BAROLLO ZILIO e GIULIA CARLUCCI per quelle realizzate nel 2016, e il sig. MASSIMO FORCHINO, fotografo, per la consulenza e il lavoro svolto.

L’immagine panoramica all’inizio della pagina è opera del sig. Massimo Forchino.


Il docente referente prof. Ezio Fornero